Il Vero Volto del Turnover: Le Persone Lasciano le Persone, Non le Aziende

2025-05-09 10:39

Bruno Vollaro

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Il Vero Volto del Turnover: Le Persone Lasciano le Persone, Non le Aziende

Le Persone Lasciano le Persone, Non le Aziende

Ogni volta che un collaboratore se ne va, l’azienda perde qualcosa di più di una risorsa: perde tempo, energia, competenze e spesso anche fiducia interna. Il turnover non è solo una questione di numeri o di costi. È una questione profondamente umana. Ed è qui che entra in gioco una verità tanto semplice quanto trascurata:
le persone lasciano le persone, non le aziende.

Dietro ogni dimissione c’è una relazione che non ha funzionato

Nel mio lavoro quotidiano con team, manager e imprenditori, noto spesso un pattern ricorrente: chi lascia non lo fa solo per un’offerta economica migliore o per una sede più vicina a casa. Lo fa perché si sente non ascoltato, non valorizzato, non guidato.
Molti leader pensano che basti una buona strategia aziendale o benefit accattivanti per trattenere i talenti. Ma dimenticano il cuore pulsante di ogni impresa: le relazioni umane.

Il peso della leadership relazionale

Una leadership efficace non si misura solo con i risultati, ma con la qualità delle connessioni umane che riesce a generare. Manager autoritari, poco empatici o distaccati possono innescare fughe silenziose, anche nelle organizzazioni più solide.
Un collaboratore può sopportare pressioni, sfide e persino momenti di crisi aziendale... ma difficilmente resterà dove non si sente visto né compreso.

Il ruolo del Mental Coaching nel prevenire il turnover

Come Mental Coach, accompagno le persone e le aziende a costruire una cultura del dialogo, della fiducia e dell’autenticità. Quando si lavora sul potenziamento personale e relazionale, il turnover cala in modo naturale.
Le domande che invito spesso a porsi sono:

I miei collaboratori sentono di potersi esprimere?

Quanto spazio lascio all’ascolto attivo?

Sto guidando o sto solo dando ordini?

Questi interrogativi aprono spazi di consapevolezza preziosi, da cui può nascere un nuovo modo di vivere il lavoro: più umano, più sostenibile, più efficace.

L’errore più comune: dare per scontate le persone

Un altro aspetto sottovalutato è la gestione della motivazione nel tempo. Molti manager si concentrano sull’inserimento iniziale, trascurando la cura delle relazioni nel lungo periodo. E quando una persona se ne va, ci si sorprende. Ma il seme dell’abbandono è stato piantato molto prima.

Conclusione: cambiare cultura, non solo processi

Per contrastare il turnover serve un cambio di paradigma: non basta migliorare l’ambiente fisico, servono relazioni autentiche e leadership consapevoli.
Le aziende che scelgono di investire nello sviluppo umano e relazionale dei propri team, affiancandosi a coach e formatori, non solo trattengono talenti: li fanno crescere.

Perché, in fondo, le persone non lasciano le aziende. Lasciano i capi, i colleghi, i silenzi, la mancanza di visione e di empatia.

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